L’Osteria di Bacciccin du Caru

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Qualora ii nostri amici di S.Limbania fossero presi da una improvvisa quanto legittima voglia di qualcosa di veramente buono non hanno molto da faticare scervellandosi sul dove andare. C’è Gianni, alias Bacciccin che, in combutta con Rosella, la sua geniale sorella danno vita ad una serie di pietanze davvero straordinarie. Inutile dire dei suoi riconoscimenti, chi ne sentisse la necessità, cosa ben difficile dopo aver pranzato da lui, può andare sul suo sito web e leggere anche questi, oltre alle varie recensioni. Ma, come ripeto, la cosa migliore è constatare di persona, magari prenotando prima telefonando allo 0101631804, questo per evitare di incappare in un giorno di chiusura (apertura dal giovedì alla domenica, esclusa la domenica sera). Il locale si trova sulla strada del Turchino, in località Fado proprio in corrispondenza con l’inizio della strada che, salendo da Voltri, conduce alla stazione di Mele. Basta parcheggiare sul lato sinistro e, sulla destra, si nota subito l’osteria affiancata dalla caratteristica enoteca. Si tratta di un luogo ormai storico che, dal 1890, ha segnato quel territorio. Chi dovesse recarvisi può approfittare della proverbiale gentilezza di Gianni e chiedergli di visitare il suo sancta santorum, dove, come soldati, sono allineate le varie bottiglie, divise secondo un ordine che al visitatore può soddisfare l’occhio, ma che, per il gran sacerdote Gianni, è qualcosa di molto di più: di ogni bottiglia lui vi sa illustrare storia e caratteristiche. Ma non sono solo le bottiglie a far da padrone: nell’enoteca troverete ancora vari attrezzi enologici e le immagini di quello che era un tempo l’osteria del Bacciccin. Notevole, a questo proposito, è il tavolo in castagno presente verso il fondo del locale: si tratta proprio di un tavolo storico sul quale si sono disputate infinite partite di carte o, giocando alla morra, gli avventori di un tempo che fu si sono spellati le mani a furia di battercele sopra. Usciti da li, pochi passi dopo, si attraversa una porta di dimensioni relativamente ridotte per un locale di quella importanza. Ecco, ora si entra nel vivo della situazione: davanti a noi, di fronte al bancone di accoglienza, un mortaio di buone dimensioni posto nella sua incastellatura di legno. E questo è il messaggio di benvenuto che ci dice quanto qui il pesto genovese sia rispettato e amato nell’intimo della sua tradizione. In effetti, tra i piatti che vengono usualmente presentati, quello degli gnocchi al pesto,
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confezionati con la patata quarantina, è una di quelle prelibatezze assai difficili da trovare altrove, ma che, una volta assaggiato, diventa altrettanto difficile da dimenticare. Tuttavia, com’è prevedibile, Rosella non è specializzata soltanto in questa preparazione della quale ha dato, peraltro, prova in una delle manifestazioni dei mercoledì del gusto organizzati a Pra in Villa Sauli dal nostro Consorzio insieme all’Istituto Alberghiero Bergese. Dalla cucina di Rosella che si vede da dietro al bancone escono stimolanti fragranze di piatti troppo spesso per noi inusuali perché cancellati dalla fretta del quotidiano. Uno su tutti l’evocativo odore del caratteristico “tuccu” che si annuncia come il condimento dei ravioli rigorosamente preparati in loco con gli ingredienti della tradizione. Ma, com’è ovvio e facilmente prevedibile, c’è ben altro! La fantasia di Gianni e di Rosella si può dire non abbia davvero limiti. Ce n’è per tutti i palati e per tutti i gusti e lo si vede nella varietà del menu che si diversifica non soltanto per la stagione, ma anche per l’occasione. Elencare i piatti di Bacciccin è praticamente impossibile perché la sorpresa è sempre dietro l’angolo: si spazia dalle pietanze preparate secondo ricette ritrovate nei meandri della storia quali le chiocciole del generale Caviglia alle raffinatezze di un’inusuale trasformazione della popolare trippa in un piatto che, oltre al palato, appaga anche la vista in una sapiente miriade di colori per arrivare a piatti più vicini ai nostri tempi, ma non per questo soliti e scontati. Così come scontate non sono le serate a tema, dove vengono formulate le proposte stagionali più stuzzicanti che vanno da quella dei funghi a quella del bollito alla piemontese, da quella del fritto misto genovese a quella dello stoccafisso e via dicendo. Ce n’è davvero di che stupirsene, basta andare sul suo sito web per farsi incantare anche da queste proposte. Ma, forse, tra i pregi più grandi di questo locale, troviamo il sorriso, la gentilezza e la pazienza di Rosella e di Gianni. La prima che, ogni poco, lascia la cucina per scambiare amabilmente alcune battute con gli ospiti e il secondo che non si lascia sfuggire l’occasione per suggerire, con discrezione e competenza, il giusto vino da abbinare alle pietanze.
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Insomma, vale davvero la pena visitare questo locale per la storia, per il palato e, perché no anche per il prezzo: in fondo siamo o non siamo genovesi e, ad ogni cosa attribuiamo il giusto valore. Qui niente lusso, nessun fronzolo, ma qualità, cortesia e competenza.
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